Le fortificazioni a Passo Nota: le linee trincerate per la difesa del passo e gli avamposti in quota per il
controllo del valico
Le trincee lungo il passo, i capisaldi d'artiglieria di Monte Corno, Cima Tiveign, Cima Bandiera, la logistica
di retrovia.
Le difese di Passo Nota sono inserite nella Prima Linea Arretrata di Difesa, posta a tergo della Linea Avanzata
lungo la direttrice Monte Tremalzo- Passo Nota - Monte Carone - Monte Guil - Punta dei Larici - Corno di Reramòl.
Qui e nella guida alla
visita si individuano, in qualche modo arbitrariamente, alcune installazioni direttamente coinvolte con il
blocco del valico in quanto collocate direttamente in corrispondeza o perchè dislocate su alture dominanti e
dotate di postazioni con compiti di fiancheggiamento e protezione della provenienza eventualmente diretta al
passo.
Quest'area è una delle più interessanti del Sottosettore non solo per quantità e consistenza delle opere
difensive (giustificata dall'importanza del valico e dalla presenza del Comando) ma anche perchè è una delle poche
zone il cui sviluppo orografico relativamente profondo consentì una stratificazione in profondità che non fu
possibile in altre zone, caratterizzate da crinali a lama di coltello. Qui è invece possibile seguire lo sviluppo
su una profondità di quasi due chilometri, dai caposaldi avanzati sul fondovalle alle linee di difesa principali
alla linea arretrata di batterie di artigileria, con ampio spazio per estesi centri di vita e installazioni
logistiche. Le pagine degli itinerari aiuteranno a scoprire i diversi
settori.
La difesa diretta era affidata a un sistema dislocato in profondità, con avamposti situati anteriormente, nella
valle Fontanine in cui risale la strada dal Lago di Ledro, una prima linea di trincee all'altezza del valico,
sopra il Rifugio degli Alpini e fino a Cima Bandiera, e una linea ppiù arretrata ppoco a sud del Passo, tra
Roccolo Garibaldi e il Monte Traversole.
A nord ovest del valico, in corrispondenza del massiccio costituito da Monte Nota, Monte Corno e Cima Tiveign,
dove già le relazioni veneziane del '600 suggerivano di installare guarnigioni in posizione dominante, era
dislocato un importante caposaldo con almeno quattro batterie d'artiglieria e numerose postazioni per la difesa
diretta e il tiro di fiancheggiamento e di blocco della Valle Fontanine.
Il lato est era protetto dal caposaldo di Cima Bandiera, con un avamposto sul corno roccioso del Dosso di
Pennalever, e più oltre dal tiro di fiancheggiamento delle postazioni del Monte Carone.
A tergo si sviluppava un esteso complesso logistico, necessario per supportare i reparti dislocati nell'area e
la sede del Comando del Sottosettore (IV Bis), collocato in corrispondenda degli attuali due Rifugi degli Alpini:
sono ancora riconoscibili alcuni centri di vita, con le posizioni di numerosi spianamenti per baraccamenti,
attendamenti e depositi, collegati da alcune strade carreggiabili e numerosi sentieri e mulattiere. Tra questi
i resti di un ospedale di seconda linea, un cimitero di guerra che raccolse una quarantine di vittime di
combattimenti e incidenti di lavoro, i baraccamenti di Val Cerese e diverse strutture per la raccolta
dell'acqua.
Il complesso era collegato al centro di Tremosine dalla strada di fondovalle di Bondo (interamente
carreggiabile) e dalla strada in quota (carreggiabile in fase di completamento alla fine della Guerra) lungo la
cresta Corno Nero - Corna Vecchia; in parallelo alla strada il flusso dei rifornimenti era assicurato da
almeno quattro impianti di teleferica.
Mappa storica (1917) della linea difensiva Monte Tremalzo - Passo Nota -Monte Carone - Passo Guil - Punta
Larici (Clicca per ingrandire)
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